Lavoro nelle fabbriche 3 milioni di robot hanno preso il posto degli uomini

Lavoro nelle fabbriche 3 milioni di robot hanno preso il posto degli uomini
lavoro nelle fabbriche

LAVORO NELLE FABBRICHE

Lavoro nelle fabbriche: come l’evoluzione della tecnologia il mondo della robotica è sempre più presente in quello del lavoro. I numeri confermano questa crescita esponenziale. Si contano Infatti circa 20 milioni di robot sparsi sul pianeta. Nelle fabbriche è sempre più comune vedere macchinari tecnologici, piuttosto che lavoratori in carne ed ossa.

Il mondo dei robot e il lavoro

lavoro e robotIn base ad una indagine dell’International Federation of Robotics, di tutti i robot che sono utilizzati a livello globale, più di 3 milioni sono impiegati per il lavoro nelle fabbriche.
Secondo l’associazione industriale mondiale, una discreta fetta di tutti gli altri viene impiegato per attività affini, come lo spostamento delle merci e la pulizia dei locali.

Il rapporto tra le macchine e il lavoro si fa quindi sempre più stretto, e fa riemergere vecchi dibattiti… ma anche false convinzioni.

Il dibattito sui posti di lavoro

La più importante riguarda il fatto che le macchine “ruberebbero” il lavoro all’uomo. In realtà, dai dati emerge invece che la robotizzazione delle attività non ha ridotto il ricorso al lavoro umano. Anzi, i segnali operativi vanno da tutt’altra parte. Infatti nei Paesi a maggiore intensità di automazione, il lavoro è addirittura aumentato.

I casi di Giappone e Corea del Sud

Il caso eclatante riguarda Giappone e Corea del Sud. In questi due Paesi c’è la maggiore penetrazione di robot, che sono milioni. Eppure la forza lavoro è elevata ed è cresciuta. Una indagine condotta dalla Yale University ha infatti evidenziato che a fronte di una crescita della produzione giapponese tra il 1978 e il 2017, c’è stato un aumento di un’unità robotica per ogni 1.000 lavoratori, e tutto questo ciclo ha prodotto un incremento dell’occupazione del 2,2%.

L’effetto sostituzione

Chi ha centrato il punto è la Bank of Korea. Secondo l’istituto centrale di Soul, la maggiore automazione nel mondo del lavoro non ha tolto posti di lavoro, ma li ha spostati. Se da un lato infatti la produzione viene sempre più realizzata tramite l’utilizzo di robot, dall’altra il lavoro umano si è spostato verso altri settori (molti dei quali creati proprio per via della robotizzazione).

Alla fine quindi, non c’è stato alcun saldo negativo dei posti di lavoro complessivi, ma “un arricchimento del capitale lavoro umano“.
Non c’è dubbio che anche in futuro molti lavori verranno automatizzati. Tuttavia i robot non potranno competere con la creatività, l’intelligenza e la capacità di raziocinio tipicamente umane.

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